Talassa non bagna Napoli: una playlist per il Museo Madre


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di Benedetto Puccia

Navigare tra arti visive, sonore e performative non è facile, si sa. Se poi parliamo di comunicazione e arte contemporanea ci troviamo in mare aperto e senza nessuna indicazione per proseguire. Certo, si potrebbe citare Silvio Salvo della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Giulio Alvigini di Make Italian Art Great Again per l’utilizzo innovativo dell’ironia e dei meme in questo campo, ma non è questo il caso.

Come forse avrete notato con l’uscita di Personale, dal 2020 Talassa non si occupa più esclusivamente di musica, ma racconta l’arte da prospettive diverse. Mi sono chiesto allora come poter superare questo rigido muro che apparentemente divide la musica e le arti visive. La risposta era in una frase che mi ripetevo da tempo : il mare non bagna Napoli. No, non mi riferisco alla raccolta di Anna Maria Ortese, ma all’opera d’arte del duo Bianco-Valente al Madre – museo d’arte contemporanea Donnaregina.


Foto © Amedeo Benestante.

Foto © Amedeo Benestante.

Il museo si trova all’interno dello storico Palazzo Donnaregina a Napoli che, dopo diverse destinazioni d’uso nei secoli, è stato restaurato dall’architetto portoghese Álvaro Siza Vieira e inaugurato nel 2005. Con una variegata collezione permanente e una serie di mostre temporanee e iniziative, negli anni il Madre è riuscito a farsi riconoscere come uno dei migliori musei d’arte contemporanea in Italia. In aggiunta a tutta la programmazione di eventi culturali svolti in sede, negli ultimi anni ha assunto tantissimo valore il lavoro del museo in ambito digitale.

Seguo da molto tempo i social del Madre e in modo particolare il suo canale Spotify. Curioso di scoprire il motivo per cui questa istituzione pubblica abbia scelto anche Spotify tra i diversi social da utilizzare, ho scambiato qualche parola con Giuseppe Petrellese, Social Media Manager del museo da quando circa due anni fa ha iniziato a lavorare per Scabec (la società in house della Regione Campania per la valorizzazione e promozione dei beni culturali regionali). 

Secondo Giuseppe, le playlist sarebbero un ottimo metodo per raggiungere tre obiettivi in particolare: coinvolgere maggiormente il proprio pubblico; avvicinare al museo un pubblico diverso; fruire in modo nuovo la collezione permanente del museo. Proprio quest’ultimo punto è molto interessante, considerando che l’esplorazione del mondo sonoro offre una maniera alternativa di percepire la collezione site-specific del Madre (che è statica e non facile da riallestire), quindi portare il fruitore a tornare più volte a visitarla e a vivere un’esperienza sempre nuova. 

Emergere come “profilo” su Spotify è molto difficile, vista la natura stessa della piattaforma che dà più importanza agli artisti, alle playlist e recentemente ai podcast. Per questo motivo è difficile trovare musei o istituzioni culturali che la utilizzino costantemente, senza vedere Spotify solo come contenitore, ma come un modo di comunicare in maniera innovativa con il pubblico.


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Tuttavia, la diffusione dell’attività musicale del museo avviene anche tramite altri social, Instagram in primis. È proprio lì che mi sono imbattuto in questo altro mondo del Madre, composto da playlist con brani suggeriti dai follower, o dagli artisti in mostra, oppure da personalità del mondo dell’arte o della musica.

La playlist più recente è “in love with madre”, ideata dalla community di Instagram per San Valentino. Troviamo anche la presenza di Hipster Democratici con “Hipster Contemporanei”, come anche le selezioni rispettivamente di K-Conjog, Meg ed altri musicisti. Degne di nota anche le selezioni dell’artista inglese Liam Gillick o della presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee Laura Valente.

Per l’occasione di quest’articolo, ho scelto di dare una mia visione delle opere attualmente in esposizione e precedentemente esposte al Madre, associandole a dei brani confluiti nella playlist “Talassa non bagna Napoli”. La potete ascoltare sul profilo Spotify del museo, sperando di darvi l’opportunità di scoprire o approfondire le opere in questione da una prospettiva differente. Subito dopo la playlist, in fondo all’articolo, trovate la tracklist completa con l’elenco delle opere e dei brani selezionati.

Tracklist:

Bianco-Valente – Il mare non bagna Napoli (2015)Colapesce – Talassa

Rebecca Horn – Spirits (2005)Moses Sumney – Me in 20 years

Anish Kapoor – Dark Brother (2005)Temples – Keep in the dark

Richard Long – Line of Chance (2005)Flume – MUD

Liam Gillick – And Upheld (2012)New Order – Bizzarre Love Triangle live at MIF

Maria Lai – La leggenda del Sardus Pater (1990)Lali Puna – Faking The Books

Jeff Koons – Untitled (2005)Inude – Balloon

Emilio Isgrò – Jacqueline (1965)Roger Waters – Deja vù

Gilbert & George – Up The Wall (2008)Kate Tempest – Europe is lost

Daniel Buren – Axer / Désaxer (2015)Tame Impala – Borderline

Cindy Sherman – Senza titolo 299 (1994)Coucou Chloe – Underdog

Mimmo Jodice – Anamnesi 8 (2014)FKA twigs – thousand eyes

Léa Lublin – senza titolo (1977)Kanye West – God Is

Vincenzo Agnetti – Chi entra esce; chi esce entra (1971)Brothers in Law – Go Ahead

Luciano Fabro – Il cielo di San Gennaro (2005)Andrea Laszlo De Simone – Immensità