Mòn: Un anno di “Zama” con i meravigliosi scatti in analogico di Paolo Pitorri

Lo scorso 12 maggio, a quasi un anno esatto dalla pubblicazione di “Zama”, i Mòn hanno festeggiato il primo anniversario del loro album d’esordio con un concerto al Monk di Roma. Paolo Pitorri, fotografo romano, ha seguito per l’occasione la band nel backstage, dando vita a un simpatico botta e risposta con Michele, chitarrista del gruppo, e, soprattutto, realizzando alcuni meravigliosi scatti in analogico del pre-concerto e del live, che vi proponiamo di seguito. 

Intervista e report fotografico di Paolo Pitorri


Come vivete il backstage prima e dopo il concerto?

Beh, prima del concerto non vedi l’ora inizi e tutto sembra… cioè tutto è atteso a quello.  È tutto un concentrare le energie finché non arriva il tipo che ti dice: tra cinque secondi dovete salire sul palco e lì ti rendi conto che stai per andare a suonare veramente. Almeno per quello che è stato al Monk: un momento di unione totale. Dopo il concerto invece è il disagio assoluto, cioè usciamo eh… la maggior parte delle volte siamo molto esagitati ci saltiamo addosso, tocchiamo il culo a Rocco che porta sempre fortuna, insomma, queste cose qua. Ci abbracciamo, piangiamo, come in un evento importante, non come una laurea ma qualcosa di più…

Da romani, com’è suonare in una città che sta sfornando un tipo di musica attualmente molto in voga?

Suonare a Roma da romani è bello, perché Roma è fantastica e la gente di Roma è fantastica, e io adoro Roma. E comunque è interessante ascoltare per strada musica che conosci bene, e ascoltare cantare la gente, ma tanto i Mòn non li canta nessuno!

State facendo molte date in giro per l’Italia e addirittura c’è qualche data all’estero. Ormai Zama è un disco “vecchio” so che state lavorando ad un nuovo album. Cosa vi aspettate da questo lavoro, sia musicalmente che a livello di carriera?

Stiamo lavorando a un nuovo album, ad agosto lo andiamo a registrare a Bologna. Abbiamo tanta voglia di registrarlo perché siamo un po’ stanchi, anzi non necessariamente stanchi, però vogliamo suonare i pezzi nuovi dal vivo perché ormai “Zama” lo suoniamo da un anno e alternarlo ai pezzi nuovi ci darebbe molta soddisfazione. Li sentiamo più nostri e quindi non vediamo l’ora di registrarli e riascoltarli, quindi presto comincerà questo travaglio! Che ci aspettiamo? Dal prossimo album ci aspettiamo più ricerca, omogeneità e coerenza. A livello di carriera vorremmo tutti, un giorno, campare con la musica, naturalmente.

Altre passioni nella vita oltre fare musica?

A me piace molto l’arte, mi piace la fotografia, la pittura mi piacciono gli artisti che non si conosco: i sottovalutati, ma anche i sopravvalutati. Mi piace scoprire gli artisti, spingerli, credere in loro. Perché la maggior parte degli artisti non credono in loro stessi… e lo so bene, quindi il mio desiderio è fare in modo che gli altri condividano le loro passioni come facciamo noi con la musica. Poi non so, il misticismo, i tarocchi, i riti, tutte queste strane abitudini. Il lato dark di ognuno di noi, insomma.