Lik e Lak: Il valore politico dei libri di qualità


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di Gabriele Naddeo
Illustrazione di Thomas Borrely

È il 2014 quando Annachiara e Andrea sfruttano l’occasione di un bando locale per aprire a Putignano, paese della provincia di Bari, Lik e Lak: libreria specializzata in letteratura illustrata e piccola editoria. Al di là della passione e della determinazione evidenti (e encomiabili) dietro una scelta simile, a me interessava soprattutto capire come si riesce a sostenere, oltre che ad aprire, un negozio di qualità in un paese del Sud Italia. Come funziona una libreria indipendente? Cosa fa un libraio oltre a vendere i libri? Perché “vendere libri di qualità ha un valore politico”? Lo scopriamo insieme ad Annachiara, approfondendo alcuni temi chiave del settore: dalla nascita di Bookdealer, prima piattaforma italiana di e-commerce a sostegno delle librerie indipendenti, fino alla collaborazione tra Lik e Lak con le case editrici indipendenti e le scuole.

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Cito la vostra biografia su Bookdealer: “Lik e Lak nasce nel 2014 in una piccola bottega del centro storico di Putignano, nell’ambito di un progetto di riqualificazione urbana”. Mi racconti meglio del progetto?

Un’associazione di Putignano, intercettando dei finanziamenti regionali, ha realizzato un bando chiamato Save Town con l’obiettivo di riqualificare il centro storico del paese. Fino ad allora quella era una zona po’ abbandonata a se stessa: un quartiere dormitorio e in mano anche a giri non proprio bellissimi. Grazie al bando, sono state aperte in contemporanea una decina di attività, incluso la nostra libreria, il che è stato fantastico sia perché all’improvviso il centro storico è tornato in vita e poi, come potrai immaginare, è stato un momento di grande supporto reciproco. Perché alla fine un conto è aprire un’attività da soli e un conto è essere tante persone, più o meno della stessa fascia d’età, a cominciare tutti insieme: si è creato proprio un senso di comunità dietro questo progetto.

Cosa che per esempio è molto evidente nell’idea delle scatole tematiche che avete promosso quest’anno…

Esatto, il senso è sempre provare ad essere una rete. Il progetto delle scatole ci vede coinvolti insieme a due attività “sorelle”, nate proprio con il bando Save Town: una è Birreria Oi!, specializzata in birre artigianali, l’altra è LIUMA, un’artigiana che si occupa di illustrazione e incisione. Ci sembrava carino aiutarci a vicenda con questa trovata delle scatole e devo dire che sta funzionando bene: alla gente è piaciuta l’idea di comprare un box con un libro, una birra e due illustrazioni, avendo anche l’occasione di supportare dei negozi locali.

Com’è cambiata la libreria dalla nascita ad oggi? In cosa siete specializzati?

Lik e Lak inizialmente è nata come libreria quasi esclusivamente dedicata all’infanzia e ai libri illustrati. Poi con il tempo abbiamo aperto anche lo scaffale del fumetto, un po’ per interesse personale sia mio che di Andrea, il mio socio, e un po’ perché ci rendevamo conto che effettivamente c’era una richiesta da parte di una fascia di ragazzinз e ragazzз anche di fumetti e graphic novel. Così, nel 2017, ci siamo trasferiti in un posto più grande e abbiamo inaugurato una stanza interamente dedicata ai fumetti e aggiunto anche uno scaffale per l’editoria indipendente di tutti i tipi, dalla narrativa alla poesia. In generale, però, il focus resta quello dell’illustrazione e della narrazione del magico.

Giornata tipo di Lik e Lak: mi racconti del dietro le quinte, il vostro lavoro al di là della vendita dei libri?

C’è veramente tanto oltre la vendita dei libri: in questi sei anni di attività abbiamo capito che il nostro lavoro è fare i social media manager, organizzare eventi, ovviamente tenere la contabilità. La gente non va più in libreria spontaneamente, perché vendere libri è molto diverso da vendere beni di prima necessità. È un po’ un lavoro in cui la necessità, l’esigenza, la devi anche creare tu. Quindi la vita di una libreria indipendente come la nostra in realtà si basa quasi esclusivamente sugli eventi e i corsi di formazione. Quando abbiamo aperto e ci siamo messi a parlare all’improvviso di picture books e graphic novels a Putignano, in molti ci guardavano come degli alieni. Poi dal 2015 abbiamo iniziato a fare formazione e da lì in poi, senza falsa modestia, posso dire che si sono sbloccate le cose, soprattutto in quanto alle collaborazioni con le scuole. Abbiamo cominciato ad invitare esperti per raccontare tutto quello che c’è dietro il mondo dei libri e in che modo, nel caso dellз bambinз, si potessero utilizzare gli albi illustrati in maniera efficace.

Quanto conta per la vostra libreria la collaborazione con le scuole? Come avete iniziato e di cosa vi occupate precisamente?

Penso che il lavoro di una libreria indipendente sia un lavoro molto politico. Fornire libri di qualità ha un valore politico perché aiuta le persone a farsi una coscienza critica in generale. A un certo punto ci siamo resi conto che purtroppo in libreria entravano solo persone che già avevano questa consapevolezza. Questa lacuna si è sbloccata nel momento in cui siamo riusciti a collaborare con le scuole. Perché entrare nelle scuole vuol dire permettere a tutti di accedere alla letteratura di qualità. Il lavoro che facciamo con le scuole di solito è proprio quello di fondare delle biblioteche scolastiche. Ogni ragazzo mette una quota di partecipazione e poi con il fondo cassa che si raccoglie si comprano i libri. Quindi piuttosto che, come spesso accade, dare a tuttз lз bambinз lo stesso libro da leggere per poi compilare la scheda, noi invece forniamo quanti più titoli possibili, anche di diverse tipologie: libri illustrati, fumetto, narrativa…

Quello che poi facciamo è far discutere lз ragazzз dei libri, mettere in connessione i pareri di tutti e aprire dei momenti di condivisione. Cosa che, soprattutto con lз ragazzз del liceo, è veramente un’esperienza incredibile. Lз ragazzз sono molto disabituatз ad esporsi, a tirare fuori le proprie opinioni e spesso lo fanno con molto timore. Però una volta capito che non c’è un parere giusto e uno sbagliato nei confronti di un libro, che tutte le opinioni sono giuste e valide, il gioco comincia a diventare interessante. Cominci anche a renderti conto di quanta consapevolezza ci sia ancora da costruire e di quanta loro ne abbiamo già, quindi il lavoro con le scuole è assolutamente fondamentale da questo punto di vista.


Foto dal profilo Bookdealer di Lik e Lak

Foto dal profilo Bookdealer di Lik e Lak

Il tema del mese su Talassa è Shopping: parliamo del cliente tipo di Lik e Lak!

Come ti dicevo, siamo nati come libreria per l’infanzia, quindi sicuramente il target più gettonato rimane quello del genitore che viene a scegliersi il libro con lз figliз. Una cosa bella che abbiamo cercato di fare in questo senso è stata quella di far capire alle persone di prendersi il proprio tempo: entrare in libreria e leggere, sfogliare, toccare tutti i libri che si ha voglia di toccare, scegliere con calma e preferibilmente insieme ai bambini e alle bambine. Così il tempo passato in libreria diventa anche un momento di condivisione. Poi il secondo target è quello delle persone tra i 25 e i 35 anni, interessate al fumetto e a scoprire le realtà più indipendenti. Da questo punto di vista una cosa che ci aiuta molto è il club del libro. Un’altra di quelle iniziative che è nata grazie alla rete con altre realtà locali.

Come funziona il vostro book club?

È un club che organizziamo con Coopera, un centro culturale sempre qui nel centro storico di Putignano, che è frequentato da una trentina di persone, tutte tra i 20 e i 35 anni. Ci si vede una volta al mese, tuttз lз partecipantз hanno diritto di proporre delle letture, si vota la lettura del mese e poi la volta successiva se ne discute. In alcuni casi stiamo riuscendo anche ad avere la possibilità di invitare virtualmente gli autori dei libri di cui discutiamo. Adesso ad esempio stiamo leggendo La figlia unica di Guadalupe Nettel e agli inizi di gennaio dovremmo avere la possibilità di incontrarla virtualmente: dal Messico a Putignano!

Parliamo invece delle case editrici. Com’è il vostro rapporto con loro e come scegliete con chi collaborare? Ce ne sono alcune che vi hanno colpito particolarmente di recente?

La vita di una libreria indipendente si basa moltissimo sui contatti diretti con le case editrici. Quindi noi se possiamo cerchiamo di evitare di passare dai grossi editori. Il guadagno sul libro quando passi dal grossista è veramente ridotto: è il 30 percento sul prezzo di copertina, quindi capisci che su un libro di 10 euro tu ne guadagni tre. Invece, avendo contatti diretti con le case editrici di solito si riesce ad avere una maggiore percentuale di sconto, ma soprattutto ti permette di scegliere liberamente quello che ti piace: non avere vincoli con nessunз e selezionare quello che ti sembra veramente interessante. Da questo punto di vista, noi lavoriamo molto così con gli albi illustrati. Le nostre case editrici preferite di solito sono Orecchio Acerbo, che è una realtà di Roma molto figa che si occupa di libri illustrati, direi ricercati, ma anche politicamente importanti,Topipittori – che invece è una casa editrice milanese che fa dei libri veramente ad opera d’arte – poi c’è anche Corraini…sono veramente tantissime. In quanto a fumetti, amiamo molto le case editrici piccole, combattenti. Mi viene in mente Canicola.

Durante la prima ondata della pandemia abbiamo anche cercato di supportarci a vicenda facendo delle interviste con gli editori e le editrici indipendentз. Alcune case editrici poi hanno promosso un’iniziativa molto bella che si chiamava Supporta le librerie indipendenti: hanno dedicato delle giornate al gemellaggio con alcuni shop e quello che vendevano nel corso della giornata andava poi tutto alle librerie.

Parliamo di pandemia: che impatto ha avuto e sta avendo sul vostro negozio? Come va con Bookdealer?

Il disagio più grande come potrai immaginare è quello di non poter organizzare nulla in libreria. Tutto quello che finora derivava dalle presentazioni, la formazione, gli incontri con le scuole è totalmente annullato. Per fortuna in estate siamo riusciti a fare una piccola rassegna di presentazioni all’aperto, anche qui frutto di un’altra collaborazione con un locale di amici, Santamaria – che si affaccia su una bellissima piazza del centro storico. A parte questo, è da febbraio che non facciamo un evento ed è veramente un problema. Di contro, per fortuna, a marzo abbiamo avuto la prontezza di pubblicizzare questi “kit di sopravvivenza”. Abbiamo chiesto alle persone di scriverci semplicemente di che tipo di storia avessero bisogno, di darci un budget e poi noi mandavamo dei pacchi regalo con dei libri appositamente selezionati. È stato veramente bello raggiungere qualsiasi parte d’Italia in questo modo e devo dire che abbiamo avuto un’ottimo riscontro, anche un po’ inaspettato.

In generale credo che tutte le librerie indipendenti abbiano dimostrato che nel momento del bisogno sono capaci di inventarsi qualcosa. Il risultato è stato Bookdealer, piattaforma nata proprio grazie a dei librai indipendenti, che sta funzionando benissimo, nonostante sia nata da molto poco, a settembre. È una piattaforma che permette a qualsiasi libreria indipendente di vendere online senza la necessità di avere un proprio sito e soprattutto senza costi aggiuntivi. È accessibile e molto funzionale, perché poi si appoggia su un proprio catalogo di libri, quindi tu libraio non hai la necessità di inserire tutti quei titoli come magari avverrebbe se dovessi creare il tuo sito da zero. Su quel catalogo la gente sceglie il libro che vuole ricevere, sceglie da quale libreria indipendente vuole riceverlo e stop: facilissimo.

Poi loro prendono una commissione sulla consegna, giusto?

Esatto, sui costi di spedizione loro prendono una piccola percentuale, ma il fatto che per noi librai non ci sia un costo in più è veramente un servizio incredibile in questo momento storico.

Digitale vs carta: l’Associazione Italiana Editori in un rapporto di ottobre, segna un +13% nel numero dei titoli di ebook pubblicati settimanalmente nei primi nove mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019. Qual è il rapporto di Lik e Lak con gli ebook?

Noi sinceramente non abbiamo un rapporto con gli ebook, nel senso che il vantaggio, forse, di occuparsi di un tipo di editoria che fa dell’oggetto libro il punto chiave, fa sì che è difficile che una persona interessata a un fumetto o un libro d’arte poi voglia il digitale, perché è un tipo di approccio al libro totalmente diverso. È proprio quasi per feticisti, nel senso che poi quei tipi di libri li devi necessariamente avere in mano, sfogliare, perché magari hanno anche degli inserti di cartotecnica, hanno le pagine trasparenti, i pop-up… Sono tutte tipologie di libri che difficilmente hanno un mercato digitale. Ti posso dire per quanto riguarda le scuole che ci è arrivata la richiesta di trasporre i nostri progetti sul digitale, ma sinceramente noi non ce la siamo sentita, perché poi la base del nostro progetto era anche il fatto che lз ragazzз si scambiassero questi libri, che passassero di mano in mano e diventassero qualcosa che testimoniasse anche la comunità dietro il fatto di leggere, quindi abbiamo lasciato perdere. Però non lo so, non escludo che un domani ci sia un modo per occuparsi anche di questo nella maniera in cui facciamo il nostro lavoro.

Cosa hanno letto i clienti di Lik e Lak nel 2020? Quali libri sono andati particolarmente bene durante il lockdown?

C’è stata una grande richiesta di saggi, cosa che di solito non accade, penso legata al fatto che la gente avesse bisogno di razionalizzare quello che stava succedendo. D’altra parte, anche una richiesta di romanzi o fumetti distopici. C’è un libro, Spillover, che è diventato il caso editoriale dell’anno perché sembra quasi una profezia di tutto quello che è accaduto. Poi naturalmente molte richieste per bambine e bambini: passando più tempo in casa avevano anche loro la necessità di avere un po’ di libri sottomano.

Curiosità: le case editrici per l’infanzia stanno pubblicando libri che parlano di pandemia?

Ce ne sono tanti di libri al riguardo, ma sono tutti molto brutti. Diciamo che di solito diffido molto dei libri a tema. Soprattutto nel caso dell’editoria per bambinз è molto semplice che fabbrichino dei libri fatti a posta su determinati argomenti e che poi hanno un valore letterario infimo. Purtroppo è così perché poi ovviamente diventano un modo facile per fare soldi. Ti devo dire la verità, quando hanno riaperto le scuole è stato tutto un “avete dei libri sulla COVID-19?”, da parte dellз insegnantз principalmente. Non lo so, su queste richieste rimango sempre un po’ stupita, però ti posso dire che ho un libro illustrato molto bello, uscito negli ultimi mesi, non a tema, ma che secondo me è un modo eccezionale per parlare anche di questo con lз bambinз: Non stop, di Tomi Ungerer, che è un illustratore e autore incredibile, pubblicato da Orecchio Acerbo. È un libro sulla resistenza, sul non lasciarsi sopraffare dagli eventi. Quello secondo me è un ottimo modo per parlare di cosa stiamo vivendo tramite una storia fica.


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Passaparola, social e book influencer, critica letteraria. Mi interessava sapere la tua sull’impatto reale di questi canali. Come si vendono i libri oggi?

In quest’anno in cui non abbiamo potuto fare eventi e incontrare le persone per parlare dei libri fisicamente, i social per noi sono stati tutto. Tramite i social abbiamo venduto i libri, raccontando man mano che arrivavano le novità, facendo degli approfondimenti su determinate uscite, insomma usando i nostri canali Facebook e Instagram un po’ come una trasposizione di quello che facevamo prima dal vivo. In generale, penso che i social aiutino molto da questo punto di vista e anche gli influencer – i cosiddetti bookgrammer. Ce ne sono alcuni che sono veramente molto bravi e io non demonizzo affatto questa pratica, cosa che invece spesso moltз colleghз fanno. Però secondo me nel 2020 non ci si può permettere di essere ancora romanticamente affezionati all’idea che il libro sia un oggetto che deve prescindere dal mondo dei social. L’unico appunto che farei, adesso che c’è anche Bookdealer, è che bisogna smetterla di utilizzare i link di affiliazione Amazon per la promozione dei libri, considerando che Amazon è oggettivamente il concorrente più grande che abbiamo. Quella dei link di affiliazione è una cosa a cui stanno lavorando su Bookdealer e secondo me è assolutamente una via da percorrere. Può fare la differenza davvero avere dei link che rimandano alle librerie indipendenti piuttosto che ai colossi della vendita online.

Secondo i dati Istat più recenti a disposizione (2018), al Sud la percentuale di persone (dai sei anni in su) che afferma di aver letto almeno un libro nell’arco di 12 mesi è meno del 30%. Quale, secondo te, potrebbe essere una situazione pratica per affrontare questo problema?

Su questo punto sono abbastanza certa che la scuola può fare la differenza sempre. Io mi rendo conto – e lo dico anche con una certa sofferenza – che nella maggior parte dei casi la scuola purtroppo è un disincentivo a leggere. Purtroppo la lettura viene percepita come una cosa da fare per forza, quasi un tormento e così diventa un problema. Io credo che la scuola sia la chiave di tutto. Oggettivamente: la scuola è l’avamposto della democrazia, ha un ruolo importantissimo. È il primo posto in cui si prende consapevolezza di far parte di una comunità che non è semplicemente la propria famiglia e dove si possono conoscere e incontrare opinioni differenti da quelle che si ascoltano in casa. Perciò a me fa molto incazzare quando mi rendo conto che alcunз insegnantз non prendono sul serio questo ruolo.

Per quanto riguarda l’avvicinamento alla letteratura penso che la scuola purtroppo spesso giochi un ruolo non positivo. Lo dico perché vedo la differenza quando incontro classi in cui invece gli insegnanti sono capaci di far avvicinare alla lettura in maniera positiva lз ragazzз. Si vede la differenza sia nella loro capacità di argomentare le opinioni e di avere uno spirito critico e sia nell’entusiasmo con cui si avvicinano ai libri. Quindi nel modo in cui vengono percepiti come occasione per conoscere qualcosa per migliorarsi, invece che come il compito, la cosa che si deve fare per forza.

Che consiglio daresti, sei anni dopo aver aperto, a chi vuole seguire le vostre orme e aprire oggi una libreria indipendente in Italia?

Penso di essere la persona meno adatta a dare consigli perché noi abbiamo aperto con un’incoscienza assurda. Se tornassi indietro con la consapevolezza che ho adesso non so se aprirei una libreria con così tanta leggerezza. Noi l’abbiamo aperta perché ci siamo resi conto che la passione che avevamo veramente era quella, volevamo fare quella cosa lì e non ci siamo proprio preoccupati della sostenibilità economica, di nulla. Forse per certi versi avere quest’incoscienza ci ha anche aiutato. Però se tornassi indietro direi a me stessa che magari avrei dovuto prima formarmi ancora di più rispetto a quello che avevo già fatto. Perché mi sono resa conto di essere cresciuta insieme ai nostri clienti, spesso di essermi formata agli stessi corsi di formazione che offrivo a loro. La consapevolezza che ho adesso deriva da una crescita della libreria: sono cresciuta insieme alla libreria. Probabilmente se avessi voluto offrire da subito un servizio eccellente ai miei clienti avrei dovuto fare tutto questo prima di aprire.

Oltre alla piccola editoria siete specializzati in letteratura illustrata. Io sono uno di quelli che compra il libro non solo per il contenuto, ma anche per la copertina. Della serie: faccio fatica a comprare un buon libro se poi ha una brutta copertina. Un paio di cover che ti hanno colpito particolarmente?

Sicuramente La volpe e la stella di Coralie Bickford-Smith, un piccolo gioiello di grafica e un oggetto prezioso. Diametralmente opposto ma altrettanto bellissimo, il secondo titolo è Le Mani di Z di Akab. Una copertina essenziale ma che dice molto. Eris edizioni, una garanzia.

Per chiudere: è quasi Natale e un libro è sempre uno dei regali più belli da poter fare. Tre libri consigliati da Lik e Lak, con motivazione?

Consiglierò tre novità:

La figlia unica di Guadalupe Nettel (La Nuova Frontiera): come accenavo lo stiamo leggendo con il nostro book club e le reazioni sono entusiaste. Un libro incisivo e scorrevole ma con un bagaglio di riflessioni enormi.

Ted un tipo strano di Emilie Gleason (Canicola): un racconto a fumetti sulla sindrome di Asperger, onesto, senza filtri, divertente. L’ho trovato bellissimo.

Le nuvole sono pesantissime di Valentina Bolognini (Pièdimosca): una casa editrice giovane e tosta per un libro che è una raccolta illustrata di curiosità dal mondo della scienza. Consigliatissimo.