Frida Affer: Da Wovo Store il sesso rivendica la qualità


website.png

di Alessandra Virginia Rossi
illustrazione di Thomas Borrely

Cari lettori, cosa avete trovato sotto l’albero? Ma soprattutto cosa avete fatto trovare ai vostri amici e partner? I nostri consigli di shopping continuano anche questo mese, ma diventano più audaci! Se non vi è sembrato il caso di far trovare tra i pacchetti un “clone a willy” o di festeggiare il capodanno con un “cumfetti”, probabilmente avete bisogno di esplorare e sperimentare un po’.

Frida Affer è a capo del suo Wovo Store di Milano (e online su IG @wovo_store) per rivoluzionare il mondo degli acquisti in fatto di sex toys, sex accessories e benessere sessuale. La sua promessa è “Make sexuality easy to understand” e l’intensa interazione tra follower, sondaggi e dibattiti sull’account IG la mantengono. Frida paragona l’importanza della guida all’acquisto di un toy a quella all’acquisto di un cellulare, dà consigli pratici su come intavolare quelle faticose e delicate discussioni di confronto col partner e infine ritiene che ci sia un solo e unico nemico della sessualità duro a morire: il giudizio altrui.
Quando e come ce ne libereremo? Lasciamo la parola a lei.

Quello che colpisce di Wovo è come tutto sembri finalmente accessibile, accogliente e chiarissimo. Hai una formazione specifica? 

La mia formazione ufficiale è in tutt’altro. Ho studiato comunicazione e marketing ma devo dire che mi interesso di sessualità da tanto tempo, anche senza esserne totalmente consapevole. Mi è sempre interessato l’aspetto sociologico: parlarne con gli amici, capire di più degli altri e di me stessa. Così ho iniziato a interessarmene per una curiosità personale, ma dal momento in cui ho aperto Wovo è diventata una necessità più forte, per cui ho iniziato a studiare sessuologia e sono al secondo anno. 

Questo ti permette di avere le competenze ma anche la sensibilità giusta per il tratto distintivo dello store: Wovo offre un programma particolare di shopping assistito con consulenze. Com’è nato questo aspetto? 

Lo shopping assistito, sia in negozio fisico che digitale, è nato dall’esigenza di far capire bene alle persone cosa stanno comprando e per diventare un posto affidabile e credibile. Questa è una cosa che manca tuttora nel panorama della vendita dei sex toys. Si pensa che sia un prodotto di bassa categoria e non abbia bisogno, di conseguenza, di una vendita assistita tanto quanto quella di un cellulare. Questo è uno dei pregiudizi che cerchiamo di abbattere. 


wovo store 111.jpg

Lavori dallo store ma anche sul web, un mondo molto insidioso riguardo al sesso e alla sessualità. Quali sono i pericoli e i vantaggi effettivi secondo te? 

Innanzitutto il web è un posto in cui puoi trovare tanta disinformazione su qualsiasi cosa. Diciamo, quindi, che non è insidioso solo riguardo alla sessualità, ma anche per quanto riguarda tutto il resto della nostra vita. Quante volte ci siamo fatti una diagnosi online avendo paura di morire dopo due minuti e mezzo? Lo sappiamo benissimo che è una cosa che abbiamo fatto praticamente tutti ed è pericoloso. Inoltre, altra cosa che sappiamo bene, è un mondo in cui chiunque può dare la sua opinione. È un mondo democratico in cui però non esiste il vigile del web per cui dal punto di vista dell’informazione può essere pericoloso. Non serve che vada a toccare il tema del revenge porn o dei gruppi telegram che dimostrano come internet possa diventare uno strumento vile al contrario di quello che potrebbe essere.

C’è molta confusione tra goliardia, senso del proibito e liberalizzazione. Rendere il sesso totalmente accessibile può affievolire l’interesse e quel senso di proibito che lo rende eccitante o quello è solo frutto del senso di colpa? 

Rendere accessibile il sesso e i sex toys non fa altro che aumentare la tua consapevolezza e di conseguenza il modo migliore per vivere bene la tua sessualità. Il senso di perversione lo puoi comunque avere nella tua vita personale, non bisogna eliminarlo e non si perde. A qualcuno può piacere sottolinearlo, ad altre persone inibisce totalmente. Il modo in cui vivi la tua sessualità è del tutto personale, questo è ciò che si fa fatica a comprendere. Se ti piace fare sesso davanti ad altre persone o se ti piace andare in un club privé è solo una questione di scelte diverse. Certo, escono un po’ dalla sessualità canonica che generalmente si immagina, ma non per questo sono perverse o strane, sono scelte. Più si parla di sessualità e più le persone avranno meno problemi a parlare dei loro problemi e questo non può che giovare a tutti.

La community di Wovo fa proprio questo tramite sondaggi e direct, ma avete anche uno store in cui interagite dal vivo. Che differenze di approccio noti? 

La differenza tra un sondaggio digitale e l’approccio fisico non esiste. L’unica differenza è la quantità, nel senso che ai nostri sondaggi rispondono migliaia di persone mentre al nostro negozio, per ora, non arrivano migliaia di persone al giorno. La differenza sta in un’analisi quantitativa da una parte e in una qualitativa quando sei di persona perché, in quel caso, ci possiamo permettere di fare tante altre domande e di intavolare una chiacchierata se possiamo e non abbiamo il negozio pieno di gente. L’idea però è che ci si senta ugualmente incoraggiati dal vivo o un po’ più protetti dalla rete.


foto di Giulia Nicolino e Greta Tosoni per i 5 anni di Wovo

foto di Giulia Nicolino e Greta Tosoni per i 5 anni di Wovo

Recentemente hai chiesto alle follower: “Ti sei mai sentita dare della pervertita per aver manifestato fantasie al partner?” Com’è andato il sondaggio? 

Che la sessualità sia negata alle donne è un problema che ci toglieremo tra un po’ di tempo, ma voglio precisare che vedo che la sessualità di qualità è negata agli esseri umani in generale. Non è una questione che interessa solo uomini o donne. Questo per dire che di norma rivolgiamo i sondaggi ai follower senza distinzioni di genere. Le donne, poi, hanno sicuramente subito delle pressioni che sono vecchie di 400 anni per cui sono dure a far morire. Nel nostro caso i sondaggi sono parziali perché la nostra community è formata da persone di larghe vedute, ma nonostante ciò i sondaggi rivelano che le stesse persone che possono essere di larghe vedute hanno comunque subito, fregandosene o meno, degli attacchi da altre persone che le accusavano di essere come loro non sentivano di essere.

Un grande cruccio della società attuale è la tendenza a negare l’emotività e la comunicazione ne risente. Spesso si dice “è importante parlarne col partner” però la sfida più grossa è proprio intavolare certe discussioni per paura del rifiuto, più che per pudore. Hai dei consigli pratici su come è meglio affrontare certe cose? 

Allenarsi a farlo, sicuramente. Non c’è un modo migliore di parlare col partner perché chiaramente devi conoscere un minimo la persona con cui stai parlando per evitare che ci siano resistenze e sapere come è meglio muoversi rispetto alla sua sensibilità. Forzare un pochino il discorso, però, è fondamentale. Anche se ti senti a disagio devi uscire un po’ da questa comfort zone in cui c’è dell’omertà però c’è anche della tristezza probabilmente, qualcosa di non detto che ti tieni dentro. Può essere che i due partner abbiano lo stesso tipo di idea riguardo un problema o un argomento, però non condividendola non lo potranno sapere. Ad esempio, ci siamo trovati tante volte a parlare con persone che avevano delle resistenze anche solo a dire al proprio partner che avrebbero voluto fare sesso durante il ciclo, ma una volta detto il partner ha accettato senza nessun tipo di problema e riserve e si è tutto risolto. Magari questa cosa poteva far soffrire la persona profondamente o da tanto tempo, mentre invece era facilmente risolvibile. Quindi un consiglio è sicuramente fare il primo passo se se ne sente l’esigenza e mettersi su un piano paritario senza essere giudicanti e senza mettersi sulla difensiva. Quando si tratta di un tema del genere si tocca la vulnerabilità altrui e quindi può succedere che l’altra persona si senta in difetto. L’importante è essere molto tolleranti e comprensivi e non far partire un fuoco di discussione che sarebbe molto difficile da spegnere o da riproporre in un secondo momento.

A te è mai capitato che qualcosa o qualcuno ti facesse sentire sbagliata per l’idea che porti avanti?

È una domanda che mi hanno fatto anche in altre interviste e dico sempre che purtroppo non mi sono mai trovata a scontrarmi con qualcuno che mi dicesse che sto sbagliando a fare quello che sto facendo. Mi piacerebbe molto! Sai, confrontarmi con persone un pochino più conservatrici, ascoltare il loro punto di vista… e asfaltarlo! No, scherzo. Però vorrei davvero avere più confronto per capire qual è il motivo per cui qualcuno pensa che un lavoro del genere non sia da fare o da premiare. 


L’interno di Wovo Store, in Via Savona 45, Milano

L’interno di Wovo Store, in Via Savona 45, Milano

Qual è la consuetudine o convinzione culturale/popolare sul sesso più pericolosa o difficile da sradicare? 

Il giudizio degli altri, fine. Non c’è altra cosa peggiore di questa e ce ne libereremo tra tanti, tanti, tanti anni o forse secoli di evoluzione umana. 

Il modo in cui ti esprimi negli IGTV o nelle stories, in cui fai praticamente educazione alla sessualità, è diretto, senza paura e fai riferimento anche alla tua esperienza come nel caso della European Testing Week. Hai dovuto lavorarci? 

Il mio modo di comunicare è questo, sono così nella vita e non so se ci ho dovuto lavorare, ma sicuro negli anni è cambiato. La condivisione di esperienze personali, però, sempre se richiesta ovviamente, non è mai stata un problema. Non mi sono mai sentita sbagliata per aver voluto condividere, empatizzando con qualcuno. Alla fine quello che faccio su IGTV è cercare di empatizzare con più persone possibili portando la mia esperienza e, soprattutto, umanizzandomi. Tendenzialmente sui social le persone si trasformano in guru di conoscenza e io non voglio essere questo, voglio solo cercare di far riflettere le persone e aiutarle. Non ho la verità in tasca, porto la mia esperienza e quello che ho vissuto senza ipocrisie e con più naturalezza possibile.

Affronti i temi più disparati: dalla dismorfofobia alle tecniche erotiche, dalla masturbazione all’uso di sex toys in coppia. Chi o cosa ti ispira sul prossimo argomento da affrontare? 

Le persone al 100%.  Sono le persone che scrivono su IG o per email chiedendo di affrontare certi argomenti oppure sono delle domande specifiche che mi fanno riflettere sul prossimo argomento di approfondimento. 

*

Dietro il benessere, dice bene Frida, c’è la conoscenza e dietro la conoscenza c’è senz’altro la curiosità. Per capire meglio come funzioniamo o come potremmo funzionare ancora meglio ci sono parecchie realtà, online e non, alle quali possiamo rivolgerci senza esitare. Scorrendo le bellissime grafiche dell’alfabeto erotico “The Kamasutra” di Malika Favre mi viene in mente che riviste, magazine, community che hanno a cuore sessualità e inclusione, informazione e divulgazione sembrano sempre di più e nessuno tra loro sembra avere l’intenzione di nascondersi. Anzi, investono sempre più su un aspetto grafico pop e quanto più accogliente possibile, mentre sappiamo che qualsiasi altra istituzione si guarda bene dall’educare, giovani e meno giovani, in questo senso. Perciò, cosa aspettiamo? Enjoy yourse…x!


KamaSutra_image2.png